La maggior parte delle persone si accorge di avere un’ernia epigastrica in circostanze del tutto casuali.
Questo disturbo , infatti, interessa la bocca dello stomaco e per la stragrande maggioranza dei casi è completamente asintomatico; ma esistono dei campanelli d’allarme che non dovremmo sottovalutare.
Ecco qualche consiglio del Dott. GiovanBattista Giorgio Proctologo e Gastroenterologo Coordinatore dell’Unità di Coloproctologia a Roma 2 su come riconoscerla e come intervenire, dai primi sintomi alla convalescenza.
L’ernia epigastrica, conosciuta anche come ernia della linea alba, si manifesta con la fuoriuscita di parte o dell’intero viscere contenuto nella regione epigastrica, più comunemente detta “bocca dello stomaco”.
Chi ha avuto ernie come quella inguinale o iatale sa che queste fanno la loro comparsa con sintomi ben definiti, differentemente da quanto accade per l’ernia epigastrica, la quale è asintomatica nella maggior parte dei casi.
Sono rari, infatti, gli episodi di disagio o dolore addominale provocati da questa patologia, al punto che spesso non si considera necessario alcun tipo di intervento. L’ernia epigastrica si distingue in due tipologie:
- Il viscere può rientrare nella sua sede naturale
- Caso di maggior gravità in cui, una volta fuoriuscito, il viscere non è più in grado di ritornare nella propria sede fisiologica.
Cause
Tra le cause e i fattori di rischio che portano allo sviluppo di un’ernia epigastrica troviamo:
Gravidanze multiple, frequente sollevamento di oggetti pesanti, tosse e stipsi cronica, sovrappeso, ascite (presenza di liquido addominale solitamente formatosi in seguito di malattie al fegato).
I sintomi
Nonostante l’ernia epigastrica sia un disturbo spesso asintomatico, non mancano casi in cui è riconoscibile per presenza di un dolore discontinuo in sede epigastrca.
Sintomi più severi possono riguardare altre aree addominali causando diarrea, pancia gonfia, nausea e vomito.
La diagnosi
Lo specialista esegue una diagnosi palpando l’area interessata e riscontrando la presenza di una protuberanza.
Ricorrere a tecniche come TAC o risonanza magnetica non è necessario se non in casi di obesità del paziente o di ernie molto piccole.
Quando ricorrere alla chirurgia
L’asportazione chirurgica dell’ernia epigastrica è necessaria quando persistono un concreto rischio di strozzamento o sintomi invalidanti. Ci sono casi in cui, nella totale assenza dei sintomi, l’intervento chirurgico è richiesto per motivazioni estetiche.
Solitamente si ricorre alla tecnica mininvasiva della laparoscopia. Grazie a questa tecnica vengono eseguite tre piccole incisioni sull’addome, attraverso le quali viene inserito il laparoscopio, strumento provvisto di una fonte luminosa e di una piccola telecamera che permette al chirurgo di vedere su un monitor la parete addominale ed eseguire l’intervento senza aprire l’addome.
Convalescenza
La convalescenza in seguito a un’operazione per ernia epigastrica non è, in genere, molto lunga.
E’ sempre previsto un periodo di riposo e, seguendo le indicazioni dello specialista, è possibile riprendere a muoversi gradualmente alternando il movimento a intervalli di riposo.
Dopo circa dieci giorni si può riprendere l’attività lavorativa (se sedentaria) altrimenti, in casi di lavoro fisico, si dovrà attendere ancora secondo quanto stabilito dal parere dello specialista.
Dopo tre settimane potrà essere ripresa – in maniera blanda- l’attività sportiva. Solitamente intercorre un mese dall’operazione alla ripresa delle attività più intense.
Si può prevenire l’ernia epigastrica?
Sebbene l’assenza di sintomi faccia sì che molti pazienti scoprano la presenza di un’ernia epigastrica in circostanze del tutto casuali, è possibile adottare alcuni importanti accorgimenti per ridurne la possibilità di insorgenza.
In primo luogo bisognerebbe evitare i cali o gli aumenti repentini di peso, evitare di fumare, contrastare la stipsi e non sollevare pesi eccessivi. Infine è importante combattere in maniera adeguata le patologie che comportano tosse cronica.
L’ernia epigastrica nei bambini
Non di rado l’ernia epigastrica interessa anche i più piccoli; talvolta questa patologia è congenita ed è dunque difficile da prevenire, ma vale la pena precisare che con la crescita si verifica una regressione spontanea del disturbo grazie al rinforzo fisiologico dei muscoli dell’addome.
Le cause di un’insorgenza sono, tuttavia, da ricercarsi tra le stesse che interessano l’età adulta; gonfiore, dolore addominale, nausea e vomito sono campanelli d’allarme da non trascurare.