Il problema della perdita dei capelli riguarda sia uomini che donne ed è piuttosto diffuso.
Una comparsa precoce di tale disagio, molto spesso, tende a manifestarsi in soggetti molto giovani, gia’ sotto i trent’anni, causando imbarazzo e incidendo pesantemente sulla propria autostima.
Il ricorso all’Autotrapianto si considera, dunque, con sempre maggiore frequenza anche tra gli under 30.
E’ davvero consigliabile sottoporsi a tale procedura in età giovanile? Di seguito i consigli dell’esperto: il Prof. Ciro De Sio, Chirurgo Plastico.
“E’ difficile accettare a 20 anni la caduta precoce dei propri capelli “ riferisce il noto professionista.
“Molte persone, uomini o donne, sono coinvolte da questo problema che, erroneamente, si crede essere tipico di un’età avanzata.
Quando si ha coscienza del diradamento dei capelli ,soprattutto in eta’giovanissima, è normale andare incontro a difficoltà relazionali, a perdita di consapevolezza nei propri mezzi e si cerca disperatamente di combattere e rallentare questo processo “ad ogni costo”
Le cause
“Diversi fattori concorrono all’instaurarsi di una calvizie precoce: nell’alopecia androgenetica, la forma piu’ comune, riconosciamo implicazioni genetiche causa di un lento ma progressivo diradamento dei capelli, più o meno marcato; carenze alimentari nelle diete drastiche e non bilanciate; stress; problemi ormonali; assunzione prolungata di farmaci che possono incidere sul metabolismo del bulbo pilifero”
Autotrapianto in giovane età: quali rischi?
Molti pazienti considerano allettante la possibilità dell’Autotrapianto come soluzione alla calvizie, ed effettivamente si tratta di un rimedio di sicura efficacia purche’ l’intervento venga eseguito seguendo corretti presupposti .
“La prima considerazione ci riferisce il prof. Ciro De Sio e’ che a 20 anni la calvizie comincia solo a manifestarsi e non si puo’ fare alcuna previsione sulla sua eventuale progressione.
Di solito il paziente giovane ci chiede di integrare la prima linea che fisiologicamente, a quell’eta’, comincia ad arretrare con la comparsa della classica ”stempiatura”.
Il paziente ,soprattutto se ha un padre con diradamento frontale , ha il terrore di questa progressione e vuole “arrestarne” il processo: sappiamo,pero’,che questo non e’ possibile!
E’ un grave errore assecondare questa richiesta a 20 anni perche’:
1- Non si possono fare previsioni sull’entita’ del diradamento
2- L’intervento non arresta la caduta dei capelli soprattutto in caso di Alopecia Androgenetica ,la forma piu’ frequente e diffusa di alopecia.
Il diradamento e’ un processo dinamico e il trapianto fatto in giovane eta’ significa solo inseguire questa progressione senza mai raggiungerla e quindi debellarla
Invece se l’intervento e’ richiesto quando ormai si puo’ ragionevolmente intuire quale potrebbe essere l’evoluzione del diradamento ,in questo caso si possono programmare e pianificare uno o piu’ trapianti a seconda di un modello concordato con il paziente per un risultato esteticamete valido e possibile.
L’intervento riuscito e fatto a regola d’arte e’ quello che non si riconosce!
Solo cosi’ si possono evitare errori ed orrori di prime linee innaturalmente basse molto piu’ adatte in una paziente di sesso femminile.
Proviamo a disegnare in un paziente di 30-40 anni una prima linea bassa e senza la classica sinuosita’dei recessi frontali come “nella foto della patente”: nella maggioranza dei casi avremmo un risultato ridicolo che, se riconosciuto, sarebbe anche difficile da correggere .
Inoltre non dobbiamo trascurare , in caso di trapianto precoce, la dolorosa dispersione del limitato patrimonio di capelli validi per un eventuale intervento successivo.”
Conclusione : quando fare un Trapianto?
“Solo quando si puo’prevedere l’evoluzione della diradamento ,di solito dopo i 27 -28 anni ma non ci sono regole fisse; molto incide il buon senso del paziente, la professionalità e l’esperienza del chirurgo.”
Fare scelte coscienziose
“È comprensibile -riferisce il prof.De Sio- che il desiderio di riacquistare sicurezza mediante la chirurgia sia grande, ma talvolta l’ansia puo’ condurre il paziente a scelte affrettate che si rivelano, il più delle volte, deleterie per la salute e per il portafoglio.
Sempre più pazienti, anche tra i meno giovani, si rivolgono a siti web di cliniche straniere che promettono vantaggiose soluzioni economiche senza però mettere in guardia sui possibili rischi. Perciò è indispensabile rivolgersi a veri professionisti del settore coi quali impostare un percorso accurato”.
Quale percorso seguire?
“In attesa che si chiarisca l’entita’della caduta, è molto piu’ opportuno sottoporsi a terapie combinate in cui l’esperienza del Chirurgo vada ad abbinarsi a quella del Dermatologo.
In poche parole ad una tradizionale terapia dermatologica risulterebbe ottimale integrare un trattamento di Medicina Rigenerativa come il PRP e la metodica “Rigenera” certamente piu’ indicati in questi casi.
Inoltre le terapie combinate di Medicina Rigenerativa sono molto efficaci per seguire un diradamento, precoce e non, nelle pazienti di sesso femminile nelle quali il trapianto non sempre e’ indicato.”
Il prof. Ciro De Sio cosi’ conclude: “Consigliamo ai pazienti molto giovani, spesso piu’ vulnerabili, di diffidare di chi propone soluzioni spettacolari ,di evitare “la cultura del fai da te” ma di cercare specialisti Dermatologi e Chirurghi Plastici esperti nel settore, consultare il loro CV per evitare facili e deprecabili illusioni “